OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA – 23 – ALTRI TIPI DI OLIO DI OLIVA

Nei precedenti articoli, abbiamo parlato di come riconoscere un olio extravergine senza difetti, da uno con difetti. 

Ma, poichè in vendita si trova di tutto, proverò ad aiutarvi a capire le differenze tra l’olio extravergine e quello “non extravergine”

Quando ho parlato della classificazione degli oli, ho spiegato che ci sono due grandi gruppi: 

1) gli oli estratti meccanicamente (oli extravergine di oliva, oli di oliva vergine) e 

2) gli oli “raffinati”, ottenuti con procedimenti chimici e meccanici (olio di oliva raffinato e olio di sansa di oliva con tutte le sue varianti e olio lampante). 

Gli OLI DI OLIVA VERGINE, nascono dalla spremitura meccanica classica, ma con un’acidità che va oltre lo 0,8%  fino ad un massimo del 2%, non sono quindi “extravergini”, perchè annoverano vari difetti, sia chimici che organolettici. 

Si passa poi all’altro gruppo, quello degli OLI RAFFINATI, come l’OLIO DI OLIVA RAFFINATO e l’OLIO DI SANSA

La parola “raffinato”, significa che l’olio ha subito un trattamento, attraverso solventi organici e altri procedimenti industriali,  per correggere” alcuni difetti che lo rendevano “non idoneo” al consumo, a cominciare dall’alta acidità, affinchè possa essere commercializzabile. 

C’è poi l’OLIO DI OLIVA RAFFINATO CON OLIO DI OLIVA VERGINE, è un olio raffinato (chimicamente) ai quali è stato aggiunto olio di oliva vergine (estratto meccanicamente). 

L’OLIO LAMPANTE è un olio non commestibile, che presenta alti valori di acidità, oltre a gravi difetti sensoriali e veniva usato in antichità per le lampade ad olio, da cui deriva appunto il suo nome. Viene utilizzato raffinato nell’industria. 

Eccoci infine all’OLIO DI SANSA, estratto dalla sansa residuale (frammenti di polpa, nocciolino, bucce), ottenuta dopo la separazione dal mosto di oliva (vedi art. 13). Dopo essere stato raffinato (chimicamente), viene miscelato con olio di oliva vergine (estratto meccanicamente) e diventa così OLIO DI SANSA DI OLIVA

Non vi annoierò, descrivendo ulteriormente tutte le fasi che questi oli attraversano per “cancellare”, in qualche modo, i loro difetti di nascita (analisi alterate, cattivo odore, cattivo sapore, colore), per poter essere poi commercializzati. 

Spero che dopo tutto questo, capirete meglio l’importanza di chiamarsi “EXTRAVERGINE” e soprattutto quella di imparare a riconoscerne i difetti (artt. 19 e 20).. 

Ah, giusto per informazione…se in casa avete un olio scadente e pensate di “migliorarlo” mischiandolo ad uno “buono”, vi devo dare una brutta notizia: se lo farete, dopo poco il vostro olio diventerà “TUTTO SCADENTE”!!!!! 

Quindi ricordate! 

L’olio non è  il vino! 

Il blend si fa solo tra oli  “senza difetti”, perchè l’olio è una spugna che assorbe tutto, soprattutto cattivi odori. 

Ecco perché si consiglia di non tenere mai la bottiglia dell’olio extravergine vicino ad alimenti o sostanze come, aceto, caffè, varichina ecc… se non si vogliono poi brutte sorprese..

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