Cina, un altro lungo viaggio, in un paese lontano, con una storia e tradizioni antichissime.
Come al solito il tempo è tiranno, ma va sfruttato ogni secondo per vedere più possibile, per cercare di capire un paese, che mi sembra già di conoscere, tanto siamo circondati dai suoi rappresentanti ovunque, nei mercati, nelle cose che usiamo ogni giorno….
Shanghai è una metropoli multirazziale immensa, che sorge sul delta del Fiume Azzurro, sul Mar Cinese Orientale. Il suo porto è uno dei più trafficati del mondo, non per nulla Shanghai, in cinese significa “sul mare”.
Molte sono le cose da vedere a Shanghai, dalla Shanghai Oriental Tower, una torre panoramica di 468 metri, che la notte si accende di colori bellissimi, alla città vecchia, piena di costruzioni tipiche, ristoranti e negozi, dove si trova proprio di tutto.
Che dire poi dei numerosi giardini, come lo Yu Garden, il Giardino del Mandarino, dove la bellezza delle piante e dei laghetti si mescola con i grattacieli della città sullo sfondo…
E poi ci sono gli immancabili templi… Come in tutto l’oriente infatti, anche qui , la spiritualità è molto diffusa, soprattutto il buddismo.. i numerosi templi sono un po’ ovunque, tra i quali, primo tra tutti, il Tempio del Buddha di Giada, dove si trova un’imponente statua sdraiata del Buddha.
Ma la vera Cina è fuori dalla grande città, nelle campagne, nei piccoli paesi, come le città d’acqua: da Zhouzhuang, a Suzhuo, a Tongli e a Hangzhou.
Le città d’acqua sono un posto magico, sembra una piccola Venezia. Si trovano ad un paio di ore da Shanghai, ma sembra di entrare in un altro mondo, dove il tempo si è fermato…Lì si possono ammirare antichi siti storici, ricchi di tradizione e folclore locale, che si snodano tra canali e ponti di pietra, con imbarcazioni tipiche, o teatri a cielo aperto dove ho trovato delle giovani artiste intente a truccarsi per andare in scena.
Uno dei prodotti più apprezzati della Cina è la seta. Ho avuto la possibilità di visitare un allevamento di bachi da seta, dove ho ripercorso il suo processo produttivo. Tutto inizia dalle piante di Gelso, delle cui foglie si nutrono i bachi da seta. Quando poi il baco crea il bozzolo, questo viene immerso in acqua calda per dipanare le fibre che poi, con successiva lavorazione, detta torcitura, diventano fibre molto forti e resistenti che possono essere utilizzate per gli usi che tutti conosciamo..
Ma non si può andare in Cina senza assaggiare un tè…che in Cina non è mai un solo assaggio, è un vero e proprio rituale, che risale alla notte dei tempi.
Il tè è una vera e propria istituzione ed è considerato anche una medicina naturale, soprattutto il tè verde, perchè ricco di antiossidanti.
Degustare il tè è un po’ come degustare l’olio, ogni tipologia ha un sapore diverso, che dipende, come per l’olio, dal tipo di pianta, dalla lavorazione, dal territorio dal quale proviene ecc. Così troviamo il tè verde, nero, bianco ed altre varietà..
La cerimonia del tè richiede tempo (almeno un’ora), affinchè il suo rituale possa svolgersi interamente. Innanzitutto le teiere devono essere in argilla o in ceramica.
La tradizione vuole che venga usata una teiera per ogni tipo di tè, che viene servito con una serie di strumenti. Vassoio con doppio fondo, teiera, tazzine di piccole dimensioni (dovrebbero contenere 2 sorsi), cucchiaio e pinza di bambù, bollitore.
Inizialmente l’acqua viene bollita nel bollitore e poi versata sia nella teiera, che sulle tazze per scaldarle. Il tutto viene poi vuotato nel vassoio, aiutandosi con le pinze di bambù. Con il cucchiaio si mettono delle foglie di tè nella teiera, versandoci poi sopra dell’acqua bollente, lasciandole in infusione un minuto circa. Si versa ancora tutta l’acqua della teiera sulle tazze, che vengono di nuovo svuotate. Viene quindi riempita la teiera una terza volta,dopo avere aggiunto le foglie di tè che, a seconda della qualità, avranno un tempo di infusione diverso.
Trascorso questo tempo il tè, finalmente, è pronto. Le tazzine vengono riempite una dietro l’altra. Il tè può essere ora assaporato lentamente.. decisamente un rituale suggestivo e rilassante!
Shanghai è il cuore economico della Cina.
La sua posizione geografica, grazie anche al suo importantissimo porto, si presta perfettamente a scambi commerciali internazionali.
Ho avuto la fortuna di partecipare alla fiera internazionale dell’agroalimentare FHC, dove, tanto per cambiare, ho provato a diffondere la conoscenza e la cultura del nostro olio extravergine di oliva.
Sono poi stata ospite dello Shanghai Culinary Institute, dove ho avuto l’onore ed il piacere di tenere una lezione agli studenti. Lì, non solo abbiamo assaggiato l’olio extravergine, ma lo abbiamo anche abbinato a verdure cinesi oltre ad aver fatto insieme la “schiacciata con l’olio”. E’ stata un’esperienza bellissima, soprattutto vincere la diffidenza iniziale degli studenti, che si sono poi rivelati attenti e curiosi..
Con uno chef cinese invece abbiamo messo in pratica la cucina “fusion”, abbinando vari piatti cinesi al nostro olio toscano.. inutile dire che è stato un vero successo, oltre che una sorpresa per tutti i partecipanti alla serata!
Ho imparato molto in Cina. Per trattare con i buyers cinesi è necessario capire il loro approccio. La tradizione cinese infatti suggerisce che, per istaurare un qualsiasi rapporto di lavoro, sia necessario creare prima un rapporto particolare tra offerente e compratore.
I cinesi chiamano questa tradizione “GUANXI”. Nella società cinese, infatti, il “Guanxi”, ha un valore profondo, radicato fino dall’infanzia, che presuppone una sorta di alleanza, che regola i rapporti interpersonali. E’ necessario cioè creare un rapporto di fiducia reciproca, affinchè si possa parlare poi seriamente di affari, ma che, se va in porto, può durare molti anni, portando proficui vantaggi da entrambi le parti.
L’olio extravergine italiano, soprattutto toscano, in Cina ha un discreto mercato, nonostante il prezzo abbastanza alto, grazie anche ai numerosi “cinesi ricchi”, persone facoltose che non badano a spese pur di avere il meglio sul mercato, di qualsiasi cosa si parli.
Tuttavia negli ultimi anni, grazie al know-how italiano per tecniche di produzione e macchinari, la Cina ha cominciato a produrre olio extravergine di oliva a Gansu, nella Cina nord-occidentale, da cultivar come Coratina e Leccino, importate anche queste dall’Italia, riuscendo anche a vincere un riconoscimento internazionale… ogni commento è superfluo..
La cucina cinese è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Tra i piatti più conosciuti ovviamente ci sono i “ravioli cinesi” (che mi sono avventurata a fare, con successo, e che troverete tra le ricette..) che possono essere riempiti di carne, pesce e verdure; il classico pollo alle mandorle, gli involtini primavera oppure il famoso riso alla cantonese. Molte le grigliate di carne o pesce, o le verdure saltate nella classica padella cinese con l’olio di soia, lo “wok”, usata ormai ovunque.
Ma per vedere le vere usanze culinarie dei posti che visitiamo, bisogna girare per mercati, specie in quelli di piccoli paesi fuori città, dove ho visto di tutto e di più.
Diciamo che nei mercati l’igiene non è proprio il massimo. Lì, tra i vari banchi, assieme a chi prepara noodles (le tipiche tagliatelle cinesi) o le polpette di carne o pesce, si possono trovare anche vermi e pipistrelli cotti o da cuocere al momento… Come dire.. paese che vai usanza che trovi..
Un’ultima curiosità… una mattina che mi sono alzata molto presto per uscire, per fare qualche foto, sul marciapiede di fronte all’hotel, ho trovato un gruppo di anziani impegnati in una lezione di tai chi e danza.. ho scoperto poi che si trovano lì tutte le mattine alle 6… che dire.. fantastici!
Come sempre riparto con il rimpianto di non avere avuto abbastanza tempo…ma già la mente vola al prossimo viaggio… stay tuned..