Vorrei fare, ancora una volta, il punto su un problema annoso: la scadenza riportata in etichetta degli oli extravergine di oliva, il cui importante significato è ignorato da molti consumatori.
La vecchia normativa che stimava in 18 mesi la data di conservazione dell’olio dal momento dell’imbottigliamento, infatti, non è più in vigore ormai da tempo.
La scadenza dell’olio in etichetta quindi è indicata con la frase “da consumarsi preferibilmente entro il.. “ se sono riportati GG/MM/AA, oppure “da consumarsi preferibilmente entro la fine di.. seguito da MM/AA, ma con l’aggiunta del lotto di riferimento.
Ora, questa dicitura, è indicativa e dipende essenzialmente dall’onestà del produttore che, in base alla qualità dell’olio prodotto ed ai relativi valori delle analisi chimiche dei perossidi e dei polifenoli, può stabilire per quanto tempo il suo prodotto manterrà inalterate nel tempo le sue caratteristiche, se conservato correttamente. Trascorso questo tempo l’olio non è certo da buttare, ma può perdere un po’ della sua vivacità, come aroma e sapore e sicuramente i valori chimici si abbasseranno, fattore del tutto naturale per tutti gli oli, con il trascorrere del tempo.
Ecco perché se un olio è di qualità, può mantenere le sue caratteristiche chimiche ed organolettiche più a lungo di un olio scadente.. Sarei davvero curiosa di sapere quante persone controllano le etichette degli oli extravergine che acquistano e quanti sanno che, in etichetta, c’è un’indicazione sostanziale che, se c’è, ci dice con certezza quando l’olio è stato prodotto: la data della campagna di raccolta (Es. Raccolta 2023/2024).
Questa indicazione in etichetta è infatti “obbligatoria”, ma attenzione! Solo per gli oli extravergine di oliva che provengono al 100% dalla stessa annata di raccolta/olearia dichiarata, che deve essere quindi riportata in etichetta. Ciò significa che un olio extravergine di oliva che non riporta la campagna di raccolta/olearia, ma solo l’indicazione della scadenza, è probabilmente un blend di oli extravergine provenienti da annate precedenti e non si può considerarlo quindi un olio “nuovo”.
Questo problema non si pone con le DOP e le IGP che, per “disciplinare”, hanno l’obbligo di inserire l’indicazione della campagna di raccolta delle olive dal quale è ottenuto l’olio.
Quando comprate quindi il prossimo olio mi raccomando: spendete due minuti per leggere l’etichetta di quello che comprate e ricordate, lo ripeterò così tanto che mi verrò a noia da sola: GLI OLI NON SONO TUTTI UGUALI!!!