CUCINA – MALOREDDUS ALLA CAMPIDANESE

I “maloreddus”, conosciuti più come “gnocchetti sardi”, sono un tipo di pasta tipica sarda, soprattutto della zona del Campidano, nel sud della Sardegna. 

L’origine del loro nome è incerta, ma l’ipotesi più popolare è che il loro nome derivi dal termine del dialetto sardo “malloru”, che significa “toro”, quindi “maloreddus” potrebbe significare “vitellini”, riferito alla loro piccola forma caratteristica. 

I “maloreddus” sono sicuramente uno dei piatti tradizionali più preparati in Sardegna in tutte le occasioni importanti. 

La loro origine è antichissima e deriva dalla cultura delle popolazioni rurali dell’isola per la coltivazione della propria terra, in particolare del grano e di tutti i suoi utilizzi per realizzare pasta e pane, alla base della cucina povera delle campagne dove, nei secoli, sono nate ricette tipiche uniche che si sono tramandate di madre in figlia, fino ai giorni nostri. 

I “maloreddus” vengono preparati con varie tipologie di sugo, fatto con carne o pesce. 

La ricetta più famosa è sicuramente quella dei “maloreddus alla campidanese”. La loro preparazione è semplice e richiede solo un po’ di manualità.

Ingredienti per 4 persone: 

– per i “maloreddus”: 300 gr. farina di grano duro, 170 ml. acqua tiepida, un pizzico di sale; 

–  per il ragù: 4 salsicce, 1 cipollotto, 1 spiccio di aglio, mezzo bicchiere di vino bianco, 400 gr. passata di pomodoro, un ciuffo di basilico, olio extravergine di oliva dal fruttato medio, 1 bustina di zafferano in polvere, sale e pepe q.b., una manciata di pecorino sardo grattugiato. 

Cominciamo preparando la pasta. 

In una ciotola mettete la farina di grano duro, aggiungere poca per volta l’acqua tiepida,  dove avrete sciolto un pizzico di sale. 

Impastate fino ad ottenere una palla elastica. 

Copritela con della pellicola trasparente e lasciatela riposare almeno 30 minuti.

Preparate il ragù di salsiccia. 

In una padella rosolate in poco olio extravergine di oliva il cipollotto tritato ed uno spicchio piccolo di aglio, aggiungete poi la salsiccia a piccoli pezzi, alla quale avrete levato il budello. 

Quando la salsiccia si sarà ben colorita, aggiungete il vino bianco e fatelo sfumare. 

Unite quindi il pomodoro e fate cuocere per 20 minuti circa,  aggiungendo eventualmente un goccio di acqua calda. 

In poco liquido sciogliete la bustina di zafferano ed unitelo al sugo, fatelo cuocere ancora 10 minuti, aggiustate di sale e pepe, ma senza esagerare, in quanto poi sulla pasta andrà aggiunto il pecorino sardo che, di per sé, è già abbastanza saporito.

Preparate ora i “maloreddus”. 

Prendete la pasta, mettetela su di una spianatoia, infarinatela con la semola e dividetela in piccoli pezzi. 

Aiutandovi con il palmo della mano, ricavate dei cilindri di pasta lunghi e fini. 

Poi con un coltello o un tagliapasta create dei piccoli tocchetti. 

Arrotondate tra le mani ogni tocchetto

Per dare ai “maloreddus” la loro forma caratteristica di piccole conchiglie rigate l’ideale sarebbe utilizzare il classico attrezzo detto “rigagnocchi”. 

In assenza potrete utilizzare i rebbi di una forchetta, anche se il risultato sarà meno preciso. 

Prendete un coltello piatto, di quelli che si usano per spalmare, e schiacciate ogni tocchetto di pasta sul rigagnocchi, che prenderanno la classica forma di piccola conchiglia rigata. 

Continuate fino al termine dell’impasto.

 Cuocete i “maloreddus” in abbondante acqua salata, avranno bisogno di circa 10 minuti di cottura. 

Quando sono cotti tendono a salire leggermente in superficie. 

Scaldate il ragù ed aggiungete un paio di cucchiai di acqua di cottura. 

Scolate i “maloreddus”. 

Metteteli quindi nel sugo, aggiungete qualche foglia di basilico spezzettata con le mani e fateli insaporire un minuto.

Servite con una spolverata di pecorino sardo. 

I “maloreddus” si conservano 1 giorno, ben coperti, in luogo fresco ed asciutto. 

In alternativa potete congelarli. 

Dopo potrete cuocerli in acqua salata direttamente congelati.

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