Scegliere l’olio extravergine di oliva al ristorante è un sogno?
Assolutamente no… basta scegliere i ristoranti giusti, come la Trattoria Ristorante “Da Bule”, che si trova a Bargino, nella bellissima campagna del Chianti ed affiliato, non a caso, ad AIRO, l’Associazione Internazionale Ristoranti dell’olio.

Bule, il proprietario, mette a disposizione del cliente varie bottiglie di olio extravergine di oliva di qualità, blend o monocultivar, affinchè il cliente possa degustarli e scegliere poi su cosa abbinarli.
Tra i vari oli assaggiati, ho scelto un monocultivar di “Tonda Iblea”, ed un monocultivar di “Maurino”.
La “Tonda iblea” è una cultivar tipica siciliana che dà un olio profumato di oliva, foglia di pomodoro e mandorla. In bocca prevale il pomodoro e la mandorla, con leggere note amare e piccanti in perfetta armonia.
Ho abbinato questo olio ad uno sformatino di cavolo viola con salsa di formaggio caprino alle erbe e dopo ad un piatto di reginette al ragù bianco.
Il monocultivar di Maurino è prodotto invece da una cultivar tipica toscana.
L’olio di “Maurino” a seconda della sua lavorazione, può avere un fruttato da leggero a medio/intenso.
Quello che ho assaggiato era un fruttato medio/intenso. Al naso presenta un profumo fresco erbaceo di carciofo con note aromatiche di basilico. In bocca torna il carciofo con retrogusto di mandorla, con medie note amare ed una discreta piccantezza, molto persistente, ma ben bilanciate.
Ho abbinato questo extravergine a fettine di spalla, con carciofini e mozzarella di Bufala. Successivamente l’ho abbinato ad un piatto di fusilli con pesto di rape, limone e burrata.
Devo dire che l’accostamento dell’amaro delle rape con il profumo di limone e la burrata è stata davvero una piacevole sorpresa, l’abbinamento con l’olio giusto ha fatto il resto.

Ecco quindi come rendere un pasto non solo piacevole e gustoso, ma anche divertente.
Assaggiare diversi oli, sceglierne almeno un paio, uno più delicato ed uno più saporito permette poi di valutare cosa scegliere dal menu per valorizzare al meglio i piatti.
Conoscere le varie cultivar permette di raggiungere la soddisfazione personale di saper rendere anche il piatto più insignificante in un capolavoro… quando poi i piatti sono già creati, come “Da Bule”, con grande sapienza, il risultato non può non essere al “top”.
Consiglio quindi a tutti di fare, almeno una volta nella vita, un corso di assaggio per educare le vostre papille gustative al “meglio” ed imparare, quantomeno, a riconoscere gli odori ed i gusti che un olio extravergine di oliva di qualità deve o non deve avere!