Visitare Istanbul è senza dubbio stimolante, ma visitarla con una persona del posto, la mia amica Selin Ertur, che ringrazio per le preziose informazioni sulla produzione olivicola in Turchia e le foto del suo olio e delle olive, è tutta un’altra cosa…
Istanbul, l’antica Costantinopoli, la porta d’oriente, un ponte naturale tra occidente ed oriente.
E’ un posto magico, che non può non incantare con tutte le sue stupende moschee e la sua architettura che raccoglie stili e testimonianze delle varie dominazioni che hanno fatto la storia di questo paese, una nutrita varietà di popolazioni e civiltà molto diverse tra loro, tra le quali i Persiani, i Macedoni, i Romani, le Repubbliche Marinare di Venezia e Genova, ma soprattutto Ottomani e Bizantini che hanno lasciato numerose opere come la splendida Basilica di Santa Sofia, che oggi è una Moschea, ma che è stata sia una chiesa cristiana, che ortodossa, ricca di mosaici e decorazioni, così bella da essere anche ispiratrice per la costruzione della Basilica di San Marco di Venezia.
Ma la Moschea forse più visitata è la Moschea Blu, del Sultano Ahmed, attorniata dai suoi 6 minareti. Il suo nome deriva dal colore delle fantastiche maioliche che impreziosiscono i suoi immensi interni con colori che vanno dal blu al verde.
Oltre a queste due famose moschee non va scordata quella di Solimano, detto “il Magnifico” dagli europei. Salito al trono nella prima metà del 1500, Solimano era amante delle arti e della cultura. Regnò a lungo e portò Costantinopoli (l’attuale Istanbul) e l’impero ottomano ai suoi massimi fulgori, allargandone i confini.
Il modo di poter apprezzare meglio Istanbul ed il ponte sul Bosforo è quello di arrampicarsi sulla Torre di Galata.
Dalla sua cima la vista è mozzafiato, gli occhi abbracciano sia oriente che occidente.
Tra le testimonianze storiche più interessanti ed originali di Istanbul, c’è la Cisterna Basilica, la più grande struttura sotterranea di Istanbul, nata come chiesa, poi riconvertita in riserva di acqua.
L’interno è suggestivo, con le sue 336 colonne immerse nell’acqua, delle quali due sono sorrette da teste di Medusa, una delle quali capovolta.
Non potevo perdermi ovviamente la visita al Palazzo Topkapi, patrimonio Unesco, residenza dei sultani per più di 400 anni.
E’ una vera e propria cittadella e per vederlo tutto ci vuole almeno una giornata intera… Particolarmente suggestiva è la visita agli appartamenti dell’harem, nonché al famoso tesoro, dove sono conservati, tra gli altri preziosi oggetti, sorvegliati a vista da guardie armate (le foto sono vietate), lo Spoonmaker’s Diamond, uno dei diamanti più grandi del mondo ed il prezioso Pugnale Topkapi, ricoperto di oro, diamanti e smeraldi.
Il museo conserva anche molti reperti di vestiario, armi , armature, miniature e tanti altri oggetti della vita dell’epoca.
Una fermata d’obbligo è alla stazione di Sirkeci, dove arrivava l’Orient Express.
E’ divertente curiosare tra le sue sale, c’è anche un piccolo museo dove è immortalata Agatha Christie, indimenticabile autrice di “Omicidio sull’Orient Express”. C’è perfino un ristorante che, non a caso si chiama proprio “Orient Express”.
Uno dei modi più indicati per assaporare appieno la bellezza di Istanbul è prendere uno dei battelli che portano sul Bosforo, per raggiungere la parte asiatica, ammirando così dal mare tutti i suoi tesori architettonici.
Ma, a proposito della mia amica turca, lei non è una persona qualsiasi!
Lei è Selin Ertur, produttrice di olio extravergine di oliva, in Turchia, nel territorio di Edremit.
Selin ha studiato in Toscana ed è diventata un’apprezzatissima assaggiatrice di olio internazionale, spesso membro di varie commissioni di assaggio nei concorsi internazionali.
Selin è anche Consigliere della Camera dell’Agricoltura ad Edremit, nonché membro della Borsa Merci di Edremit, dove segue da vicino i prezzi delle olive e dell’olio d’oliva ed è anche membro della Camera di Commercio di Edremit.
Ovviamente, con queste credenziali e con la scuola toscana sull’olio extravergine di oliva, non poteva che diventare produttrice di un olio di qualità. La sua azienda si trova nel Golfo di Edremit, vicino a Smirne.
La Cultivar utilizzata, la più comune in Turchia, è la Edremit yağlik detta anche Ayvalik yağlik.
Selin produce un olio eccellente che si chiama “Selatin” (vedi sito). Presenta al naso un fruttato medio/leggero, con profumi vegetali, in bocca è un netto erbaceo con retrogusto di mandorla, piccante e amaro da lieve a medio. Si tratta di un olio di alta qualità che ha ricevuto anche vari riconoscimenti internazionali.
Quindi, a tale proposito, vorrei sfatare alcuni luoghi comuni.
Quando si parla di olio extravergine di oliva, di origine comunitaria o extracomunitaria, può capitare di sentire la frase “se dentro c’è olio straniero sicuramente è cattivo…”
Ecco questo non è vero.
Come dico e ripeto sempre, quando un olio è difettato lo è, che sia italiano o straniero.
Ma quando un olio extravergine di oliva è di qualità, lo è sempre.
E’ sorprendente assaggiare cultivar ed oli di altri paesi… un mondo di sapori e di profumi…
Quindi un blend “comunitario o extracomunitario” prodotto con olio italiano e l’aggiunta di una percentuale di questi oli, può essere un buon prodotto, ma solo se, entrambi gli oli, sono di buona qualità.
Va conosciuta ovviamente la provenienza degli oli e soprattutto chi sono i produttori…. Poi non resta che assaggiarlo…
Ne parlerò diffusamente quando dedicherò articoli a Grecia e Spagna.
Tornando all’olio turco, la Turchia ha realizzato questo anno un record mondiale, con 735 mila tonnellate di olive da tavola prodotte, e 421 mila di tonnellate di olio, battendo in quantità Spagna, Grecia e Italia.
La Turchia esporta principalmente olio all’ingrosso, mentre l’olio confezionato e di marca non può essere esportato molto, a causa del dazio doganale applicato agli oli Turchi che rende la sua commercializzazione all’estero molto difficile.
Ma come si mangia in Turchia?
Posso dire con certezza benissimo!
La cucina turca discende dalla cucina ottomana, ma è anche un miscuglio di sapori e tradizioni locali che vanno dall’Asia centrale, fino al medio Oriente, al Mediterraneo ed ai Balcani.
I piatti sono tantissimi, per cui ne ricorderò solo alcuni dove, tra gli ingredienti principali, prime fra tutte sono le numerose spezie utilizzate: anice, pepe nero, alloro, , timo, chiodi di garofano, cannella, curry, cumino, aglio, curcuma, menta, noce moscata, zenzero, paprika, prezzemolo, zafferano, sesamo, vaniglia…
Per gli appassionati del genere, il Gran Bazar di Istanbul è una visita d’obbligo, ed è un luogo fantastico, dove l’intreccio dei suoi profumi, colori ed odori è una vera esperienza sensoriale, oltre all’ambiente molto pittoresco, vero paradiso per i fotografi!
Parlando di cibo turco il primo piatto che mi viene in mente è, ovviamente, il Kebap o Kebab in arabo, carne arrostita di agnello o pollo, che viene marinata con spezie, olio e limone e poi grigliata. La versione più conosciuta è quella del pezzo di carne cotta su di uno spiedo verticale, tagliata a pezzetti ed inserita in una specie di piadina con verdure, salse e spezie varie.
Si trova spesso come street food, così come pure i “Börek”, involtini di pasta sfoglia farciti di carne o verdura.
I “Köfte” sono polpette, fatte con vari tipi di carne, agnello, manzo o altro, impastate con verdure, uova e spezie, in genere accompagnate con riso “pilaf” (ottenuto per assorbimento dell’acqua o brodo vegetale, come si fa per il cous cous), verdure o salsa allo yogurt.
Il “Pide” è buonissimo ed assomiglia alla nostra pizza.
Ha una classica forma a barchetta e si trova un po’ ovunque. Viene farcito con formaggio, pomodoro, salumi, carne o verdure.
I “Manti” sembrano i nostri tortellini, possono essere ripieni di carne e prezzemolo e conditi con una salsa allo yogurt, pomodoro e spezie. Ovviamente non mancano il pesce e le zuppe, specie quelle con i legumi.
Nella cucina turca una menzione speciale va fatta a tutte le varietà di frutta secca, soprattutto pistacchi, castagne, mandorle, nocciole e noci, spesso ingredienti dei vari piatti, specialmente nei dolci, tra i quali la Baklava, dolcetto di pasta sfoglia ripiena di frutta secca.
Molto popolari sono i Lokum, fatti di amido e zucchero, un po’ gelatinosi, aromatizzati con canditi di arancia, limone e frutta secca.
Il mio viaggio a Istanbul finisce qui.
Il taxi mi porta all’aeroporto.. accompagnata dall’immancabile cantilena dei Muezzin, che si ripete puntuale ben 5 volte al giorno da un minareto all’atro… porto con me un altro bagaglio di immagini ed esperienze di un paese con usi e tradizioni così diverse dal mio paese, ma con un fascino tutto da scoprire.
Grazie a chi mi ha seguita fino a qui…spero di avervi fatto sognare un po’….
Al prossimo viaggio… stay tuned…