Le “castagnole” sono un altro dolce tipico del periodo del carnevale, diffuso in tutta Italia.
L’origine delle “castagnole” è antichissima. Alcune fonti, infatti, riportano ricette tratte da antichi ricettari di un periodo che va dal 1600 al 1800, i cui ingredienti principali sono rimasti immutati fino ad oggi. Artusi cita la Romagna, come luogo di provenienza, ma anche molte altre regioni hanno dato una loro identità a questo dolce fritto, tanto semplice, quanto gustoso. Partendo infatti dalla ricetta base con uova, burro, zucchero e farina, ogni regione ha apportato alcuni cambiamenti.
Una delle varianti delle “castagnole” più conosciuta è quella degli “struffoli”, dolce tradizionale del sud d’Italia, simile alle “castagnole”, dove, nell’impasto, viene aggiunta anche qualche goccia di liquore d’anice all’impasto. Le palline di pasta fritta vengono poi “condite” con una salsa a base di miele e canditi.
La ricetta che propongo sostituisce il burro, che sarebbe previsto nella ricetta originale, con olio extravergine di oliva (meglio se fruttato delicato) e vi assicuro che il risultato è davvero sorprendente.
Per ottenere circa 45 castagnole occorrono: 370 gr. di farina 00, 3 uova 1 bustina vanillina, 80 gr. zucchero, 48 gr olio extravergine di oliva, 1 cucchiaino di lievito vainigliato per dolci, scorza grattugiata di un limone, 1 pizzico di sale, zucchero per guarnire e olio per friggere q.b.
Come spiegato per la ricetta dei “cenci“, per friggere, se proprio non volete utilizzare l’olio extravergine e volete utilizzare quello di semi, è meglio usare quello di arachide che ha un punto di fumo più alto.
In una ciotola mescolate bene con un cucchiaio lo zucchero, la vanillina e le uova, aggiungendole una per volta. Aggiungete poi l’olio, amalgamando bene, la scorza del limone ed infine la farina con il lievito. Se piace, potete anche aggiungere un cucchiaio di liquore (anice, rum, grappa, marsala o quello che preferite).
Mescolate bene poi, con le mani infarinate, create una palla tonda e morbida.
Preparate un vassoio coperto di carta da cucina e ricavate dall’impasto tante palline della grandezza di una ciliegia (poi gonfieranno in cottura).
Scaldate l’olio in un pentolino stretto ed alto (le palline devono galleggiare).
L’olio avrà raggiunto la temperatura ottimale quando, immergendo la punta di uno stecchino di legno, questo sarà circondato da bollicine.
Quando le “castagnole” saranno ben dorate scolatele in un vassoio coperto di carta da cucina.
Trasferitele poi in un altro vassoio dopo averle ruzzolate bene nello zucchero. Questo doppio passaggio di asciugatura dall’olio garantirà una frittura ben asciutta e risulteranno croccanti fuori e morbide dentro.
Le castagnole, come tutti i dolci fritti, andrebbero consumate in giornata ma, se avanzano, mettetele in un piatto coperte di carta forno e poi copritele con un foglio di alluminio.
Il giorno dopo potete renderle più golose, tagliandole a metà e riempiendole poi di crema pasticcera o cioccolato, magari spennellando una delle due parti con alchermes o liquore a piacere. Nulla toglie che scegliate questa variante anche appena avete fritto le castagnole. In ogni caso una bontà…