CUCINA – CENCI

I “Cenci” sono un dolce tipico toscano. 

Il loro nome deriva dalla loro forma, che assomiglia a piccoli pezzi di stoffa. 

La loro origine risale all’epoca romana, quando questi pezzetti di pasta dolce, che si chiamavano non a caso “Frictilia”, venivano fritti nel grasso di maiale. 

La “tipicità” toscana è dovuta a Pellegrino Artusi, scrittore e gastronomo, vissuto  a Firenze la maggior parte della sua vita, che riportò la ricetta dei “Cenci” nel suo famosissimo libro “La scienza in cucina e l’arte del mangiare bene”, rendendola popolare.

Nel tempo la ricetta si è diffusa in altre regioni italiane ed anche fuori dai confini nazionali. Così, quelli che noi toscani  chiamiamo “Cenci”, sono diventati altrove “Chiacchiere”, “Frappe”,  “Bugie”, oltre a molti altri nomi, in base alle usanze dei luoghi dove vengono preparati. Se siete curiosi potete divertirvi a leggere tutte le varie versioni e la loro appartenenza, su “Wikipedia”. 

Ma una cosa accomuna tutte le versioni dei “Cenci” e cioè il periodo nel quale vengono fatti: quello cioè che precede la Quaresima, durante il “carnevale”. 

Ma veniamo alla ricetta. Per un bel vassoio come la foto di copertina gli ingredienti sono: 300 gr. farina, 3 cucchiai di olio extravergine di oliva fruttato leggero, 50 gr. zucchero, 1 bustina vanillina, 1 cucchiaio di grappa (se non l’avete va bene anche il Vin santo), 2 uova, scorza di limone q.b., zucchero vanigliato q.b., olio per friggere q.b. 

Se non volete utilizzare l’olio extravergine e usate olio di semi, meglio quello di arachidi che ha un punto di fumo più alto. L’importante è ricordare sempre di cambiare spesso l’olio (appena comincia a scurire sul fondo). 

In una ciotola capiente mettete le uova con lo zucchero e la vanillina, aggiungete l’olio. Mescolate bene. Aggiungete poi la scorza del limone e la grappa (o il Vin Santo). Incorporate, infine, la farina e un pizzico di sale. 

Per fare prima potete mettere tutto in un mixer, fino ad ottenere una palla compatta e liscia. Altrimenti impastate prima con un cucchiaio e poi a mano, infarinandovi le mani di tanto in tanto, fino ad ottenere un palla morbida  ed elastica. 

Lasciatela riposare sul piano di lavoro, coperta con un tovagliolo, per almeno una mezzora. 

Dividete la pasta in piccoli pezzi, che tirerete, uno per volta,  molto fini con un matterello. 

Tagliate poi la pasta, ottenendo delle losanghe più o meno lunghe, aiutandovi con un “tagliapasta” seghettato sui bordi (vedi foto).

Preparate quindi un vassoio capiente con della carta da cucina poi, con le mani infarinate, mettete tutti i “Cenci” da friggere sul vassoio, via via che li tagliate.

Preparate un pentolino alto e non troppo largo sul fuoco e riempitelo di olio fino a metà. 

Accendete il fornello a fuoco medio/basso, perché l’olio non dovrà mai bollire eccessivamente. 

L’olio sarà pronto per immergere i “Cenci” quando, immergendo la punta di uno stecchino, questo verrà circondato da bollicine. 

Immergete pochi “cenci” per volta, affinchè galleggino bene nell’olio,  girandoli un paio di volte, per farli cuocere bene da entrambe le parti. Dovranno “dorare”,  ma non scurire troppo. 

Preparate due vassoi: uno accanto alla pentola dove cuociono i “Cenci”, coperto di abbondante carta da cucina, l’altro (quello di portata), mettetelo da parte, coperto ugualmente con carta da cucina. 

Scolate di volta in volta i “Cenci” sul primo vassoio. Quando saranno ben asciugati dall’olio, potete trasferirli su quello di portata. Ogni volta che trasferite i “Cenci” da un vassoio all’altro spolverizzateli con abbondante zucchero vanigliato. Continuate così fino a che avrete fritto tutto. Con questo doppio passaggio i “Cenci” risulteranno sempre asciutti.

Ricordo che l’olio esausto non va mai buttato nel lavandino, né nel water, perché può provocare l’ostruzione delle tubature! Va invece smaltito presso i centri di raccolta autorizzati, raccogliendolo, quando si sarà freddato, in una bottiglia di plastica. 

I “Cenci” si conservano per 2 o 3  giorni in una scatola di latta con coperchio, foderata di carta da cucina, oppure  su di un piatto, sempre coperto di carta da cucina, coperti con un foglio di alluminio.

Ma probabilmente non avrete il problema di conservarli … sono talmente golosi che, in genere, finiscono subito… provare per credere…

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