La natura ha dotato tutti noi di 5 sensi: la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto ed il gusto.
Ogni giorno, secondo i consigli dei vari nutrizionisti, per evitare picchi glicemici, si dovrebbero fare 5 pasti al giorno, ma quanti danno la giusta importanza a ciò che mangiano?
Purtroppo i ritmi della vita moderna sono sempre più intensi ed il tempo che si dedica al cibo spesso è limitato, così come lo è l’attenzione a cosa viene consumato.
E’ così che i nostri sensi si “adattano” alla situazione, accontentandosi spesso di quello che c’è in tavola, senza domandarsi mai se, quello che si mette in bocca, potrebbe essere “più buono” con qualche piccola attenzione in più.
Ed è qui che i 5 sensi guidano le persone nella scelta di cosa mangiano.
Cominciamo dalla vista. Come si suol dire “anche l’occhio vuole la sua parte”. Spesso si mette in bocca quello che ci ispira sul momento dal punto di vista visivo, dando meno importanza al sapore.
Poi c’è l’udito. Questo è uno dei sensi che fa maggior danno. Sì, perchè ascoltare le varie pubblicità, o quello che dicono amici o parenti, spesso è deleterio, creando una specie di dipendenza, che non è altro che abitudine. Quindi se “si dice” che una cosa è buona, deve esserlo sicuramente e, difficilmente si cercheranno alternative.
Ma anche il tatto influisce sulle nostre scelte.
Ci sono tanti modi di fare la spesa. Ora, se una persona non cucina, difficilmente potrà capire la differenza tra un prodotto di buona qualità ed uno scadente, ma se cucina allora il tatto può aiutare a scegliere cosa cucinare, che sia riconoscere la freschezza di un pesce o di un pezzo di carne, oppure un frutto o una verdura a giusta maturazione.
Anche l’olfatto aiuta molto nella scelta di cosa comprare, l’olio extravergine di oliva prima di tutto. Purtroppo la mancanza generalizzata di cultura relativamente all’olio di qualità e, soprattutto, all’odore ed al gusto che dovrebbe avere, fa sì che l’aspetto o l’etichetta di una bottiglia di olio, sia più importante di quello che c’è dentro.
Ed eccoci quindi che si arriva al senso più importante: il gusto.
Il gusto dovrebbe guidare il consumatore nelle scelte giuste, ma spesso non è così.
Questo perché le brutte abitudini sono difficili da rimuovere e le papille gustative non sono abituate a riconoscere le differenze qualitative, così si atrofizzano, abituandosi sempre ai soliti sapori.
Chi è abituato da sempre a certi gusti, difficilmente si chiederà se il gusto di ciò che ha mangiato fino ad ora, può essere migliorato semplicemente aggiungendo ai piatti un buon olio extravergine di oliva.
La regola dell’abbinamento olio-cibo insegna, infatti, che l’olio extravergine di oliva, deve arricchire un piatto e non modificarne il sapore.
Ecco così che, un comune piatto di vongole, arricchito con un filo di olio extravergine di oliva, con un olio dal fruttato delicato, esalterà il gusto finale.
Così come una zuppa di verdure sarà migliorata con l’aggiunta di un olio con un fruttato fresco erbaceo di media intensità.
Fino a stupire un abbinamento di un tortino di cioccolato con un olio extravergine di oliva con note intense amare.
Alla fine, quindi, è solo tutta questione di gusto.
Mangiare è indubbiamente un piacere ma, se quel piacere può aumentare, grazie ad una scelta consapevole, sedersi a tavola diventa allora un momento di pura poesia.
Non avete idea di quanto un olio extravergine di oliva, buono per davvero, può arricchire il gusto dei vostri piatti preferiti!
Provare per credere!
Allenate i vostri sensi a riconoscere le scelte migliori, resterete sorpresi!