Il periodo dell’olio nuovo invita ad una bella “fettunta”, possibilmente con una fetta di buon pane toscano DOP senza sale, diciamolo, cosa c’è di più buono e sano?
Così, come tutti gli anni a Novembre comincia la caccia all’olio nuovo ma, attenzione! Non al più buono, bensì a quello che costa meno… I prezzi attuali, molto diversi dal nord al sud d’Italia, per gli oli di qualità, in Toscana, siamo intorno ai 25/30 euro al litro ed anche oltre.
Troppo? Al supermercato costa molto meno?
Un giorno, nel corso di una degustazione chiesi: ” ma quanto spendete per 1 lt. di olio per la vostra auto? intorno ai 25 euro? Allora, perchè per quello che mangiate dovreste spendere meno?”
Cerchiamo quindi di capire, ma di quel prezzo, che sembra così alto al consumatore, quanto resta al produttore?
Poco, considerato l’impegno che richiede un oliveto e tutto il successivo processo produttivo, soprattutto se si vuole mantenere un livello qualitativo per il quale, magari, sono stati necessari anni e anni di sacrifici per affermarsi sul mercato.
Una volta un produttore mi disse che il suo non è un lavoro, ma una missione, perché, se si pensa di diventare ricchi vendendo olio, si è sbagliato mestiere. Ecco perché, molte piccole aziende, spesso a conduzione familiare, non producono solo olio, ma anche vino ed altri prodotti agricoli, oppure destinano una parte della propria terra ad “agriturismo”. Infatti, se si analizza quel prezzo di 25/30 euro al litro, vedremo che i costi a monte sono enormi.
La “resa” dell’olio, cioè la percentuale di olio ottenuto ogni 100 kg. di olive, è la variabile più importante che influenza questo prezzo che dipende da molti fattori, ma prevalentemente dal clima (caldo, siccità, ghiaccio, nubifragi) e dalla salute delle piante.
Poi c’è la lavorazione. Ci sono produttori che hanno il proprio frantoio ed altri che non ce l’hanno. Chi ce l’ha, oltre ai problemi comuni a tutti i produttori, deve fare i conti anche con le notevoli spese di gestione di un frantoio che, per questo lavora, di norma, anche per conto terzi.
I produttori invece che non hanno il proprio frantoio, devono affidarsi ad un frantoio di fiducia esterno, con altre tipologie di problemi, soprattutto il rispetto dei tempi tra la raccolta e la frangitura in un luogo diverso dal proprio oliveto, con tutti i suoi relativi costi ed i rischi del caso, soprattutto per la qualità dell’olio estratto.
In questa miriade di variabili, la qualità di un olio può cambiare molto, specie tra chi non produce, ma acquista olio o olive esternamente, per poi realizzare un prodotto a marchio proprio.
Ma non è finita qui! Ai costi vivi dell’olio appena franto, vanno aggiunti poi tutti gli altri oneri: tappo, bottiglia, etichetta, trasporto, costi di stoccaggio, costi energia, tasse varie, personale dipendente, promozione (presenza nelle fiere, eventi, sito web, pubblicità, ecc.).
Dopo tutto questo la domanda è: come fate a pagare un litro di olio dai 4 ai 6 euro? Non vi chiedete cosa state comprando?
Nel mio art. n. 16 ho spiegato “l’importanza di chiamarsi extravergine”.
Se l’avete letto, capirete che la differenza tra un olio extravergine di qualità e uno che “forse” è un extravergine, c’è un abisso e non solo di prezzo.
Quindi per essere certi, il fine settimana fatevi una gita in campagna per frantoi nel periodo della frangitura, o anche dopo, assaggiate ed acquistate direttamente dalle aziende… ne varrà sicuramente la pena…. Forse spenderete un po’ di più, ma il vostro corpo vi ringrazierà!
Nel prossimo articolo ci avventureremo nel mondo degli oli “extravergini” composti da miscele di oli.. ne vedremo delle belle…