Dubbio amletico… cosa è meglio il BLEND o il MONOCULTIVAR? ..
Cosa significa? Giusto! Cominciamo dall’inizio.
Con il nome CULTIVAR, in agronomia, si indica una varietà di pianta coltivata e quindi anche la pianta di olivo.
Lo sapete che in Italia ci sono più di 500 specie diverse di cultivar di olivo? E che piu di 80 specie autoctone sono solo in Toscana, per un totale d 15 milioni di piante su di un territorio di più di 80.000 ettari?
Purtroppo la triste realtà è che molte persone, nell’ampia offerta della grande distribuzione, non si chiedono mai che differenza c’è tra un olio ed un altro, basta che costi poco… Non si chiedono mai da quali olive provengono, non sanno quanto siano diverse tra loro e quanto diverso sia l’olio che se ne ricava.
I nostri produttori, quelli bravi, quelli che l’olio lo fanno da una vita, conoscono i gusti di ogni loro cliente: più dolce, più amaro, più piccante… Per questo hanno imparato sapientemente a “miscelare e dosare” l’olio estratto dalle varie cultivar, personalizzando così i propri “BLEND”, cioè oli formati da percentuali di diverse tipologie di olio.
Non potete immaginare quanto può cambiare il gusto di un olio tra un blend ed un altro!
Ci sono poi molti produttori che tengono particolarmente a differenziare le proprie produzioni, scegliendo di affiancare al loro blend anche il “MONOCULTIVAR” che sono oli extravergini prodotti da una sola varietà di cultivar.
Quindi vi può capitare di leggere in etichetta olio extravergine MONOCULTIVAR di “Frantoio”, “Moraiolo”, “Leccino”, ecc. ed è allora che, assaggiandoli (più avanti vedremo come), ci rendiamo conto che là fuori c’è un mondo fantastico fatto di profumi e sapori inconfondibili che portano, come tutti gli oli, inevitabilmente, al luogo da dove provengono.
Si perché l’olio si potrebbe paragonare ad una spugna che assorbe tutte le caratteristiche del luogo dal quale proviene, inglobandone sapori e profumi.
Nei prossimi articoli proveremo a conoscere un po’ le principali cultivar toscane.. seguitemi..