Alla luce di alcune interviste sentite, circa l’importanza di spiegare al consumatore cosa sono gli oli di qualità, ho deciso di dedicare un articolo all’argomento, che definisco già da me, prima che me lo dica qualcun altro “scomodo”, in quanto parlo dell’assenza di aiuto concreto (ma chiacchiere tante…) da parte delle istituzioni e del legislatore, nella lotta agli oli che sono tutto, meno che extravergine.
Nel 1776, il Presidente americano Thomas Jefferson, scrisse la Dichiarazione di Indipendenza. Nel testo della dichiarazione si dice: “Ma quando una lunga serie di abusi e usurpazioni, che perseguono invariabilmente il medesimo obiettivo, manifesta il disegno di ridurli sotto un assoluto Dispotismo, è loro diritto, è loro dovere rovesciare un simile Governo e provvedere nuove Garanzie per la loro futura sicurezza.”
Ora mi direte, ma non si parlava di olio extravergine? Cosa c’entra l’America? Assolutamente nulla, ma ho scelto questa citazione perché è importante per i concetti che esprime: i diritti individuali ed il diritto alla rivoluzione. Direi che calza a pennello per la situazione attuale esistente, relativa al dilagare di oli pseudo-extravergini, proprio perché, chi dovrebbe fare, non fa e bisognerebbe rivoluzionare quella che è diventata una consuetudine.
Il termine “dispotismo” vuole in questo caso riferirsi all’indiscriminata volontà del più forte, nel nostro caso le lobby dell’olio di oliva sparse ovunque, che decidono leggi e comportamenti a loro favorevoli. Tavoli decisionali dove la singola piccola azienda a conduzione familiare, è abbandonata a sé stessa e che, se non vuole fallire, o si inventa qualche altra entrata economica, o deve produrre olio riducendo le spese, con conseguente calo della qualità, questo per stare al passo con la concorrenza, che vende il proprio prodotto sottocosto, approfittando dell’ignoranza del consumatore, anche favorito da chi dovrebbe controllare e che, invece di sanzionarlo, si gira dall’altra parte…
Arriviamo quindi alla domanda che viene logica. Qual è il problema più grande della divulgazione circa la qualità dell’olio extravergine di oliva? Semplice… il problema più grande è che ognuno parla per la propria azienda o per un certo limitato gruppo di aziende. Chiunque vuole vendere il proprio prodotto, ne parlerà male? Ovviamente no, buono come il suo olio non c’è nulla, qualche bella immagine di rappresentanza appropriata ed è fatta… il consumatore, ignaro della differenza tra olio di qualità ed olio difettato, gli crede sulla parola… Il prezzo basso fa il resto…
Non passa giorno che non si legga sui giornali di qualche inchiesta, che smaschera oli pseudo-extravergini, risultati poi all’analisi fortemente difettati, spesso con componenti dannosi per la salute. Questo perché chi dovrebbe vigilare non lo fa… o lo fa in maniera insufficiente. Inoltre, l’analisi chimica ed organolettica è certa solo per gli oli di qualità certificata.
In tutto questo le istituzioni cosa fanno? Poco. Mentre dovrebbero essere proprio loro ad evitare tutto questo! Qualcuno con autorità che parli e faccia qualcosa per tutti, a favore delle produzioni di qualità.
Ogni anno vengono messi a disposizione molti fondi pubblici per aiutare le aziende agricole. Ma, accederci, è molto complicato e non sempre le aziende riescono ad averne i vantaggi, a causa delle varie difficoltà burocratiche e legislative che comportano e che non sono certo alla portata di tutti, specialmente le piccole aziende.. Così, le grandi aziende, più strutturate, sono ovviamente avvantaggiate e fanno la parte del leone..
Si torna così alla legge del più forte. Chi ha più capitali, ha anche più voce in capitolo nelle sedi dove si decidono le sorti del comparto.
Scardinare questa realtà è, purtroppo, quasi una missione impossibile. Come lo è convincere il consumatore che tra olio di qualità ed olio mediocre c’è molta differenza e che gli oli non sono tutti uguali.
L’unica strada percorribile è quindi riuscire a convincere il consumatore.. la richiesta piloterà quello che ci sarà sullo scaffale..
Ma questo lavoro di convincimento non può essere fatto singolarmente, bensì a tappeto, cosa che solo le istituzioni, che rappresentano tutti, possono fare. Solo loro possono infatti finanziare campagne informative ed autorevoli a oltranza, cominciando dalle scuole, dove si spiega tutto il processo produttivo dell’olio, come si degusta e, soprattutto, quali aromi bisogna percepire per sapere se è buono o no, mettendo così in guardia il consumatore circa quello che si trova in vendita.
Solo spiegando con poche parole semplici, comprensibili a tutti, è possibile trasmettere l’informazione corretta.
Le varie interviste pubbliche sull’argomento “olio” sono spesso fatte solo di numeri, statistiche e diagrammi. Analizzare questi dati è sicuramente utile, ma per gli addetti ai lavori, non certo per il consumatore, che si annoia dopo 1 minuto.
Possibile che il politico di turno non capisca che la gente è stufa di sentirsi raccontare “quanto bravi sono loro” e che, se vuole attenzione, questa va stimolata con qualcosa di semplice ed accattivante?
La gente vuole fatti e non chiacchiere e, soprattutto, vuole sentire cose che capisce, non tutti sono professori di economia!
I fatti dovrebbero cominciare, per esempio, da una normativa che tuteli davvero l’olio extravergine di qualità, compreso il rilascio di una fascetta che attesti che l’olio rispetta i valori chimici di legge, cosa che attualmente viene fatta solo per gli oli certificati.
Inoltre le istituzioni dovrebbero accollarsi l’impegno di effettuare eventi di sensibilizzazione, dove si fanno conoscere oli difettati ed oli di qualità, in Italia ma soprattutto all’estero, dove la qualità spesso è un optional e, sempre a causa dei soliti oli di bassa lega, si rischia di perdere di credibilità.
L’olio extravergine, inoltre non è solo DOP e IGP, ma ci sono molti altri oli extravergine di ottima qualità non certificati. L’economia del settore oleicolo, infatti, è trainata solo in parte dai prodotti certificati, ma esistono ottimi prodotti anche tra quelli non certificati. La qualità deve essere una certezza per il consumatore, non un optional! Questo per rispetto al lavoro, ai sacrifici ed alla passione dei produttori onesti che fanno dell’olio extravergine di oliva una vera missione ed un fiore all’occhiello della loro azienda.
Ma come fa il consumatore a sapere se gli oli sono buoni, se non gli viene spiegato come fare a capirlo?
Vogliamo parlare poi della grande distribuzione, dove la bassa qualità è una costante? Proprio in questo settore andrebbero inseriti controlli mirati, con regolamenti appositi molto severi, per evitare che vengano messi in vendita oli pseudo-extravergine con prezzi acchiappa-consumatore..
Andrebbe stimolata poi continuamente la ristorazione per allargare, è il caso di dirlo, a macchia d’olio, l’utilizzo di prodotti di qualità nei propri esercizi, a cominciare dalle paninoteche dove spesso si mangiano schiacciate con oli talmente rancidi che nemmeno nei paesi più sconosciuti…
Tutte questi interventi perché, solo di fronte all’evidenza, provando di persona la differenza tra olio difettato ed olio buono, il consumatore può cambiare le proprie abitudini e cominciare finalmente a farsi delle domande su quello che ha comprato fino ad ora.
Non so, magari è solo fantascienza pensare di poter sovvertire il sistema attuale per contrastare una situazione che va avanti da troppo tempo.. ci vorrebbe un miracolo…
Una lotta contro i mulini a vento? Forse, ma una cosa è certa bisogna insistere, insistere e poi ancora insistere…e quando penseremo di avere finito insistere ancora… se mi avete seguito fino a qui (che pazienza….) parlatene, con chi volete, in famiglia, al lavoro, sotto l’ombrellone… ma parlatene….io ci provo, ma provateci anche voi, più siamo e meglio è… nulla funziona come il passaparola…
Ricordo, ancora una volta, le due pubblicazioni su questo blog: il pieghevole “Come nasce e si degusta l’olio” (vedi articolo relativo) ed il “Percorso dell’olio da colorare” per i bambini, del quale sto pubblicando un disegno a settimana (già 7 disegni pubblicati, vedi articolo relativo). Tutti da scaricare in PDF e stampabili in A4….
Per i più volenterosi potete andare a leggervi o rileggervi i vari articoli sull’olio extravergine di oliva….
Magari poi diventate amanti dell’olio “buono” anche voi…