NON E’ TUTT’OLIO QUELLO CHE RILUCE

Nel corso di ogni campagna olearia un po’ ovunque viene messo in vendita il “nuovo” olio extravergine di oliva che, di fatto, a volte non lo è, anche grazie ai controlli fatti troppo sporadicamente… accade così che alcuni oli dichiarati “extravergine” risultano poi fatti con “oli vari” e, dicendo “oli vari”, ho detto tutto.. 

 I consumatori, ignari di cosa hanno acquistato, sicuramente non conoscono l’olio difettato e non hanno il palato abituato a riconoscere un olio di qualità, altrimenti lo riporterebbero indietro subito. 

I sistemi per dare all’olio un aspetto “sano” sono infiniti. Per esempio l’aggiunta di clorofilla o betacarotene ad oli di oliva, magari mescolati ad olio di semi, possono donare all’olio un appetitoso colore verde o giallo oro. (vedi articolo “Il colore dell’olio”)

Ora, presi da soli la clorofilla ha proprietà antiossidanti ed il betacarotene è fonte di vitamina A, ma se vengono utilizzati per modificare l’aspetto di un olio che, di base, è tutto meno che extravergine, ecco che diventano il mezzo per imbrogliare il consumatore. 

Per esempio, davanti ad un bottiglione da 5 lt, magari a 29.99 euro o anche meno, i commenti sono sempre i soliti: “guarda com’è verde e denso, è buono sicuro, costa anche il giusto!” 

Il giusto?? Cioè facendo una semplice divisione, neanche 6 euro al litro? Neanche il costo della confezione tra un po’…. 

Quindi, come proteggere e avvisare i consumatori ignari, che non si pongono questo problema e pensano anzi di fare un affare? 

Purtroppo in questo la legge non ci aiuta… Non è obbligatorio fare le analisi dell’olio, per stabilire se è extravergine, a meno che non ci sia una certificazione di qualità, ed i controlli a campione sono troppo pochi per prevenire le frodi. 

L’etichettatura è insufficiente, in quanto non è obbligatorio riportare almeno i valori di alcuni parametri delle analisi chimiche come, per esempio, acidità, perossidi e spettrofotogrammetria, che danno un’indicazione chiara circa la qualità dell’olio.. 

Quindi cosa fare? 

Purtroppo, come ormai ho ripetuto alla noia, manca una comunicazione a livello mediatico, che dovrebbe “istruire” il consumatore ogni anno nel periodo del nuovo raccolto. 

Infatti, se voi fermate per strada qualsiasi persona e chiedete se sa che significa cosa deve avere un olio per definirsi extravergine, la maggior parte delle persone non sapranno rispondere, oppure dà risposte fantasiose.

 I Consorzi dell’olio, alcune associazioni di ristoratori o produttori ci stanno provando da tanto, attraverso proprie iniziative ed eventi, anche nelle scuole, ma non basta  ancora!

Forse andrebbe creata una campagna mediatica istituzionale a livello europeo per proteggere tutte le nostre eccellenze, olio extravergine in testa, per avvisare i consumatori, con parole semplici, di cosa devono diffidare e come capire cosa stanno mangiando…ma temo che le lobby dell’olio, che favoriscono la produzione di oli a basso costo, hanno tutto l’interesse affinchè la maggior parte delle persone resti nell’ignoranza.  

La strada è quindi ancora tanto lunga, ma non bisogna mollare! Bisogna insistere e divulgare più possibile le corrette informazioni, nella speranza che prima o poi la qualità, quella vera, trionfi! 

Un olio extravergine di oliva che costa meno di 16/18 euro al litro è una vergogna e una mancanza di rispetto per il produttore che lavora duro tutto l’anno per creare olio extravergine vero di qualità!

I costi del produttore sono altissimi. Negli ultimi anni a causa del cambiamento climatico, la raccolta si fa sempre più complicata. Trovare un anno perfetto è diventato praticamente impossibile. A volte ci sono tante olive, ma, se ha piovuto troppo, il frutto è pieno d’acqua e la resa in olio scende drasticamente ed il lavoro di frangitura diventa molto più lungo e faticoso. Oppure c’è stata troppa siccità, quindi ci sono poche olive e di conseguenza poca quantità di olio. Poi ci sono le malattie delle piante, oppure infestazione di insetti.. le variabili sono infinite.

Tutto questo si riflette ovviamente sui costi vivi di potatura, di cura del suolo e delle piante, di frangitura che, uniti ai continui aumenti energetici, fanno lievitare i costi, senza poi dimenticare i costi di stoccaggio, confezionamento, etichettatura, certificazioni varie, trasporto ecc.

 Poi mi sento dire da qualche persona che 16/18 euro al litro è “vergognoso”… quelle stesse persone che poi spendono 25 euro per un litro di olio per la macchina! Per la macchina!!! Ed a queste persone dico:  ma davvero volete spendere meno per l’olio che mettete nel vostro corpo?

Pensateci al prossimo acquisto e magari fatevi un giro in campagna ad assaggiare olio “buono”.. ma buono sul serio, quello che al naso regala profumi freschi vegetali e non aceto o rancido. 

Quindi andate a trovare le aziende del vostro territorio ed acquistate un olio di qualità, poi a casa confrontatelo con quello a basso costo… rimarrete sorpresi! 

Provare per credere!

Buon olio “nuovo” a tutti… (ah non “novello” per favore… l’olio non è il vino.. manteniamo almeno la distinzione…)

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